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Nota del Consiglio Episcopale sulla celebrazione delle esequie

La nuova edizione italiana del Rito delle Esequie, obbligatoria per l’uso liturgico dal 2 Novembre scorso, lascia all’Ordinario Diocesano la valutazione sull’opportunità che alcuni fedeli prendano la parola in chiesa, dopo la monizione introduttiva all’Ultima raccomandazione e commiato per «brevi parole di cristiano ricordo nei riguardi del defunto» (Precisazioni della Conferenza Episcopale Italiana = Precisazioni, n. 6).

Ascoltando l’esperienza pastorale di molti parroci, si è notato che questa possibilità viene spesso fraintesa e rischia di diventare il momento in cui chiunque si ritiene autorizzato a prendere la parola. È necessario pertanto che si renda evidente la differenza tra il momento celebrativo, durante il quale si proclama il mistero della Pasqua di Cristo, e il momento commemorativo, finalizzato a richiamare all’attenzione dei partecipanti la vita cristiana del defunto.

Per evitare il ripetersi di questi casi, si raccomanda ai sacerdoti e diaconi l’osservanza puntuale e scrupolosa delle prescrizioni liturgiche, che vanno intese come obbliganti.

In particolare:
- per la valutazione dei casi nei quali, a norma del Codice di Diritto canonico, non si possono concedere le esequie ecclesiastiche, si faccia riferimento all’Ordinario (cf. Can. 1184).
- Non si autorizzano interventi di commento e commiato durante il rito esequiale. Parroci e Rettori potranno autorizzare qualche eccezione solo in presenza di un testo scritto, sottoposto previamente alla loro approvazione, al termine della celebrazione. Non si deve concedere l’uso dell’ambone.
- Non si consenta di introdurre in chiesa e deporre intorno al feretro oggetti estranei alla celebrazione e allo spirito delle esequie cristiane. Il Parroco o Rettore, con prudenza pastorale, valuterà eventuali eccezioni.
– Durante il rito “si eviti il ricorso a testi o immagini registrati, come pure l’esecuzione di canti o musiche estranei alla liturgia” (Precisazioni, n. 6).
- Si ammettano alla proclamazione delle letture bibliche e alla proposta delle intenzioni di preghiera universale soltanto fedeli noti al parroco o al ministro celebrante, il quale si regolerà tenendo conto di quanto stabilito dalle norme vigenti in materia. Per le preghiere dei fedeli si utilizzi il testo contenuto nel Rito delle esequie. L’inserimento di altre intenzioni di preghiera deve previamente essere concordato con il celebrante (Precisazioni, n. 5).
- Per la valutazione “delle situazioni pastorali nelle quali è opportuno, o addirittura doveroso, tralasciare la celebrazione della Messa e ordinare il rito esequiale in forma di Liturgia della Parola” (Precisazioni, n. 2), il Parroco consulterà il Vescovo Ausiliare competente alle cui indicazioni si atterrà.
La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti. Tuttavia, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, non si oppone alla cremazione.
In questo caso, la celebrazione liturgica delle esequie preceda la cremazione.
Qualora, eccezionalmente, accada che la cremazione preceda le esequie e queste vengano richieste con la presenza dell’urna cineraria, il Parroco o Rettore consulterà il Vescovo di settore competente e si atterrà alle sue indicazioni (cf Esequie in caso di cremazione, Appendice al Rito delle esequie, Introduzione)

Roma, 1 gennaio 2013

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